mercoledì 16 gennaio 2013

"Ho visto cose": il meglio del peggio del K


Pivello.

Fare il libraio è un lavoro da duri. Infine, siamo giunti a questa conclusione. Può capitare che durante il tuo turno di lavoro quotidiano qualcuno o qualcosa venga a stravolgere le tue certezze per poi farti cadere in un vortice di follia figlia dei nostri tempi. Può succedere. In realtà succede spesso. Troppo spesso. La specie umana è sempre in grado di stupirti. Di seguito vi proponiamo storie di ordinaria follia realmente accadute nella nostra libreria, storie e domande alle quali, quando ormai pensi di essere vaccinato, non puoi comunque esimerti dal reagire ogni volta così:

Quindi cari lettori allacciate le cinture, sta per partire un viaggio verso il lato oscuro della vita di una libreria.

Ar Bare
Quando tutto doveva avere ancora inizio.
Era un luminoso mattino dicembrino, quando  il socio e il muratore entravano nel bar di fronte. Fu così che accadde l'inverosimile. Il barista, armato di socievolezza, s'intrattenne con i due sonnolenti ospiti chiedendo:
<Siete voi i ragazzi che stanno aprendo un negozio qui davanti?>
- Sì, siamo io e un socio. risponde ignaro Fabio.
<Ah... e cosa state aprendo?>
- Una libreria...
Il barista fece tanto d'occhi e leggero, quasi inconsapevole, chiese:
<Cioè?>
- ...
Purtroppo, non ci fu alcuna risposta razionale possibile da dare in cambio a quella ilare domanda. Ma da questo fatidico scambio di battute nacquero storie oltre i limiti del semplice equivoco.

Pink Floyd
Una giovinetta entra e candida mi chiede:
<Buongiorno!>
- Buongiorno, dimmi tutto!
<Avete per caso "Pulse" dei Pink Floyd?>
- ...

Portorico
Un sabato mattina, l'avvenente amica della barista di fronte ci chiede diverse volte utensili come nastro adesivo, forbici, taglierino e via dicendo. A un tratto, entra con un suo amico ch'ella dice essere del Portorico e il ragazzo ci chiede:
<Scusate, questa è una ferramenta? Avreste mica dei chiodi?>
Io e il socio ci guardiamo stupiti, gli sguardi umidi dal ridere, a stento trattenevamo i ghigni.

Pelle
Una sera, mentre ero sul divano a far di conto e il socio presenziava il bancone, un uomo di indubbia origine nord africana entrò e ci chiese:
<Ciao amico!>
- Ciao! Dimmi pure...
<Qua fate i tatuaggi, amico?>
- ...

Agenzia Matrimoniale
Un signore prende tempo parlando di modellismo quando, finalmente, la spinosa domanda.
<Sai, vorrei conoscere qualche donna su internet ma non so usare il computer, puoi aiutarmi? Anche di quelle a pagamento, eh. che ne conosci qualcuna in zona?>

Seppoku
24 Dicembre, stiamo per chiudere. Un ragazzo molto genuino s'infila dentro eccitato.
<Scusa, ci sta le catan'?>
- Certo, è lì. Rispondo indicandogli il gioco "I coloni di Catan".
<Scus', nin li trov'...>
- Qui. E gli porgo la scatola.
<No no, volevo sapere se vendete le katane>
- Ehm, no. Non trattiamo katane.

Altra moda
Una signora, dopo essere stata cinque minuti di fronte alla vetrina colma di libri, entra e...
<Scusi, questo è un negozio di scarpe?>

Noè
Giornata piovosa, una signora entra con fare impacciato:
<Buonasera, scusi...>
- Buonasera, mi dica.
Lei inizia a maneggiare il telefono.
<Niente, sono entrata per chiamare il dottore. E' che fuori piove...>

Imprenditorialità
Un giorno, un signore sulla sessantina entra in negozio. Si guarda intorno, osserva, spulcia. Si siede sui divanetti e prende un giornale. Gli dà un'occhiata. Io mi avvicino timido, non mi aveva neanche rivolto la parola. Alza lo sguardo, inarcando il sopracciglio e mi fa:
<Cercavo Marco. Sa se arriva?>
- Marco chi?
<Quello di Photoshop!>
Rifletto, collego, intuisco.
- Aaaaah! Sì, sta arrivando, ha lezione tra poco.
Il signore mi guarda ancora, mi squadra, mi studia. Qualche secondo dopo esplode:
<Scusi, ma lei qui che lavoro fa?>

Blitzkrieg
Un signore anziano con coppola e vestito di tinte marroni irrompe nel negozio in una tranquilla mattina di aprile indicando un foglietto con su scritto un nome e dicendo:
<Scusàte ma scto poscht duv' a cazza scta?>
Sbalordito, leggo il biglietto.
- Signore, è la porta a fianco: è l'agenzia di spedizioni TNT.
<Ah... Gresie, comunq'.>

Ufficio delle Persone Morte
Negozio appena aperto, afa, aria come vapore.
Fuori, seduto leggevo il mio beneamato Martin. Irrompe nel mio mondo un signore attempato, corrugato, i capelli incanutiti e il passo malfermo. Si ferma davanti a me, dicendomi:
<Scusate, mica per caso sapete dov'è... ahsfdfgvmxdfcvdwsògkj... pompe funebri... asfhhfghsdfvdweuvfbng>
E io, incauto, risposi:
- Oh, volete sapere dove sono le pompe funebri? C'è De Florentiis in Pescara Vecchia.
<No, io vorrei sapere... ehm... safddwsgvrwfbetghbthtwvdfasdfdw ... l'Ufficio... ehm... mlrdeghbwvgadfgdfbhtrhbtgfe delle Persone Morte.>
Era chiaro: ero al centro di un loop linguistico indecifrabile e senza precedenti, la cui forza centripeta mi attirava lontano, strappandomi dall'efferatezza dei Seven Kingdoms. Cerco di divincolarmi dalla stretta di quelle parole. Respiro, rispondo:
- Non credo che ci siano siano uffici del genere in zona, signore.
<Ma sì... m'hanno detto che c'era... ehm... l'ufficio del... come si chiama... delle pompe funebri... era qui.>
Stanco, dico:
- Mi spiace signore, non riesco ad aiutarla se non è più chiaro.
<Grazie, allora, mi scusi ancora.. asdufhsuvhfuevhrutgh...>

Who you gonna call?
Il sosia di Rick Moranis entra con il suo bell'Invicta sulle spalle. Un'ora dopo, domanda:
<Ce l'avete le cose gratis?>

Biblioteca K
Al termine di una piacevole serata, una ragazza viene colta da un dubbio:
<Ma i libri sono in vendita?>

Second Hand
Sera, il traffico fluiva regolare attraverso la finestra del K. Una signora di rosso vestita e occhialuta entra timida, con passo incerto. Si fa vicina e mi chiede:
<Posso?>
- Certo signora, entri pure!
Attorniata da mille colori, mille copertine e titoli, l'ingenua mi chiese:
<Ma vendete solo libri di seconda mano?>

Ok, il prezzo è giusto
Banchetto dei libri in una sera di mezza estate, le zanzare ci si stavano mangiando lentamente. Arriva una coppia di giovani. Si fissano sui saggi su scienza e fantascienza. Ne girano uno sui cyborg, vedono il prezzo e sgranano gli occhi. Lei fa:
<No, guarda, è proprio troppo! 15,80 non li posso pagare per un libro!>
Lui non dice nulla, mi guarda, gira la quarta di copertina verso di me:
<Scusa, me lo vendi per otto euro?>

Educazione letteraria
Una signora un po' freak, con treccine e gonna lunghissima e variopinta, portava con sé due bimbi vivaci che subito si buttano sugli action figures. La signora invece comincia a spulciare libri, entusiasta, si complimenta dicendomi:
<Vedete bambini? Questi sono i libri che leggerete da grandi, così diventerete belli e intelligenti!>
Nel mentre, la donna stava sfogliando l'ultima pubblicazione di una nota scienziata italiana. Arriva alla quarta di copertina e mi dice sorridendo, in modo tanto carino:
<Ma questo non è il prezzo a cui lo vendete, vero?>

Schegge
Qualche settimana dopo l'apertura, un ragazzo entra fulmineo in libreria senza neanche salutare. Sembrava schizzato, incontrollabile. Prima si butta sulle autoproduzioni, sfogliandole a casaccio. Poi come una scheggia si sposta, osservando gli action figure. Non contento mi squadra, mi guarda inquieto. Poi osserva il socio. A quel punto ci dice:
<Posso usare il bagno?>
<In realtà sarebbe privato> rispondiamo.
<Ma come, ci vado sempre!>
Io e il socio ci guardiamo.
- Beh, vai, pure...
Entra nel bagno per fare quella breve.
Esce. Si aggira nella saletta espositiva osservando incuriosito la mostra nella saletta.
Soltanto in quei precisi istanti, ovvero dieci minuti dopo, realizza la sua triste personale verità:
<Ma questo non è il negozio che c'era prima!>

Il Dr. Thomas non è in sede
Una sera, stavo amabilmente chiacchierando con un caro amico e, tutto a un tratto, irrompe sulla scena un ragazzo, poteva avere non più di venticinque anni, che mi chiede subito:
<Scusi, prrrrrrrgneo gné gni gni gneoooooooooooo ha una busta?> e alza il suo bottino contenuto in una busta tutta bucata.
Io cerco di rimanere serio, abbasso lo sguardo, cercando di dare un senso alla mia risposta:
- Beh, oddio, non penso che quelle che abbiamo possano contenere tutto... aspetta che controllo!
Non pago e impaziente, adocchia subito delle vecchie buste su un ripiano e ci si fionda fulmineo.
<Ma queste gniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii andranno benissimo!>
Interdetto, stupito, dico:
- Beh, ok, se vanno bene a te...
<Gneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeo, a quanto me le fai?>
Mi trattengo ancora, cerco di non esplodere:
- Guarda, c'ho fatto la spesa una settimana fa. Tienile pure, sono gratis!
<Grazie, prrrrrgneeeeeeeeoeeeeeeeeeeoe!> esclama, sparendo nel buio di una notte di metà dicembre.

Peroni formato famiglia
Una mattina d'estate ero di stazione da K.
Un uomo sulla cinquantina si ferma sulla soglia e prorompe in un rutto di livelli clamorosi.
La libreria trema.
Se ne va.
Avrei voluto almeno ringraziarlo per l'apprezzamento cinese.

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