venerdì 23 novembre 2012

Gemme: "The Sand Sea and the Plateaux of Mirrors" di Gabriele Brombin

Quando abbiamo preso l'incosciente decisione di aprire una libreria in questi tempi duri e grami, tra le nostre intenzioni fondanti c'era quella di far venire alla luce piccoli tesori di creatività che altrove, in questa era massificata, non avrebbero trovato spazio. Sulla nostra pagina Facebook quotidianamente postiamo dei consigli da far venire l'acquolina in bocca al curioso lettore ma, giustamente, non possono rendere pienamente l'idea di quello di cui si sta parlando. Per questo inauguriamo oggi lo spazio “Gemme”, dedicato alle opere (di ogni ambito creativo, sia esso illustrato, libro, fumetto o autoproduzione) che spiccano tra le nostre proposte per originalità, impatto e contenuti.
Siamo molto vicini al mondo dell'autoproduzione, per questo è con grande piacere che iniziamo incontrando Gabriele Brombin, autore di “The Sand Sea and the Plateaux of Mirrors”, un lavoro che ci ha lasciati senza fiato. Si tratta di un mirabile incrocio tra fumetto, grafica e illustrazione che ci porta in un mondo fantascientifico etereo e immaterico, stampato su carta di pregio.

Qual è stata la strada che ti ha portato alla realizzazione di questo tuo lavoro?
In principio avevo l'esigenza di realizzare qualcosa che andasse oltre la singola illustrazione, un lavoro completo, coeso, con un certo respiro. Poi, avuta l'idea alla base di (per gli amici) Plateaux, farne un fumetto è stata la scelta più coerente, così come l'adottare un linguaggio prevalentemente visivo e il coniugare disegno, design grafico e riferimenti musicali ed estetici a un certo tipo di fantascienza.

"The Sand Sea and the Plateaux of Mirrors", un titolo senza dubbio affascinante. Cosa significa?
La narrazione del fumetto prende la forma del viaggio di un cosmonauta attraverso le dune di un pianeta perlopiù desertico, e il suo percorso è scandito dall'incontro con alcuni... "specchi", simboli che raccontano l'esperienza e l'allegoria del passaggio sul pianeta. Non approfondirò ulteriormente, non vorrei influenzare eccessivamente l'interpretazione delle singole sensibilità. Nello specifico, il riferimento nel titolo è a un album di Brian Eno e Harold Budd del 1980, uno dei riferimenti musicali che ha influito di più sul lavoro.

Il tuo amore per Moebius è evidente, cosa ti piace di questo artista?
L'immaginario a cui fornisce l'accesso, il tratto morbido e plastico, la profondità della sua ricerca. Ma soprattutto gli spazi.

Cosa significa per te l'autoproduzione?
Controllo totale sul prodotto nel suo complesso, dal design grafico all'impaginazione delle tavole, dal tipo di carta alla rilegatura, ogni elemento serve a farne un artefatto comunicativo coerente. Nel mio caso è stata una strada inevitabile, era impensabile riuscire a convincere un editore a stampare e distribuire un prodotto del genere realizzato da un esordiente sulla base di qualche tavola di anteprima.

Sei stato a Lucca il mese scorso, com'è andata?
Pur vivendo il mondo del fumetto un po' "dal di fuori", devo dire d'aver ricevuto opinioni interessanti e commenti lusinghieri da diversi esponenti del settore.

Infine, la dovuta domanda: progetti futuri?
Il bollino "Artifact #001" con cui ho presuntuosamente sigillato questo primo fumetto suona come una dichiarazione d'intenti più che ottimistica, spero di mantenervi fede in futuro; nel frattempo mi piacerebbe piegare alle esigenze espressive qualche altro strumento. Dopo un non-fumetto potrebbe avere senso un non-gioco.

Di seguito, il video di presentazione di "The Sand Sea and the Plateaux of Mirrors", naturalmente disponibile sui nostri scaffali.


The Sand Sea and the Plateaux of Mirrors / Trailer from Gabriele Brombin on Vimeo.

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