mercoledì 25 aprile 2012

Markus Heitz: "Le cinque stirpi"



La bruma candida colmava le gole e le valli dei Monti Grigi. Le vette della Grande Lama, della Lingua di Drago e delle altre montagne si erigevano caparbie tra la nebbia, protendendosi verso il tramonto.
Esitante, come se temesse le rocce scoscese, l'astro tramontò, rischiarando il Passo Settentrionale con la sua luce rosso cupo sempre più fioca.
Glandallin del clan Colpo di Martello si appoggiò ansimante sul muro rozzamente sgrossato della torre di guardia e, con la mano destra sopra le folte sopracciglia nere, si schermò gli occhi da quell'insolita luminosità. La salita l'aveva lasciato del tutto senza fiato, e il peso dello scudo, delle due asce e della cotta di maglia fittamente intrecciata gravava sulle sue vecchie gambe.
Tuttavia, non era rimasto nessuno più aitante di lui.
La battaglia che i nove clan della Quinta stirpe avevano combattuto tutti insieme nella gallerie qualche giorno prima aveva mietuto numerose vittime. La morte si era portata via soprattutto i più giovani e inesperti. Ma il loro sacrificio non era stato vano: il nemico sconosciuto era stato annientato.
I suoi amici continuavano però a morire a causa di un'insidiosa malattia di cui nessuno conosceva l'origine. Indeboliva i nani, lasciandoli febbricitanti e rubando loro la forza, lo sguardo limpido e la mano ferma. Essendo uno dei più anziani, Glandallin si era dunque assunto l'incarico di vegliare sulla Porta di Pietra per quella notte.
Da quel punto elevato, il sentiero si snodava tra i Monti Grigi verso la Terra Nascosta, dove elfi, uomini e stregoni vivevano nei loro regni. La sua stirpe era quella che garantiva la pace ai territori settentrionali.
Due giganteschi portali di granito durissimo impedivano l'accesso ai mostri. Un tempo Vraccas, dio e creatore dei nani, aveva forgiato gli enormi battenti e li aveva chiusi con cinque catenacci che potevano essere aperti solo pronunciando le parole segrete. Soltanto i custodi del sentiero conoscevano l'incantesimo e senza la formula corretta l'imponente porta restava sprangata.
Sparse tutt'intorno giacevano le ossa scolorite e le armature malconce di coloro che non si erano lasciati intimorire dall'ostacolo. Orchi, mezz'orchi e altri mostri avevano subito una sconfitta dietro l'altra, imparando a prezzo della vita che le asce dei nani continuavano a essere affilate anche dopo migliaia di cicli solari.

Markus Heitz, Le cinque stirpi,  Editrice Nord, 2006, p. 15, 19,90 euro

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